Fratelli Pinna, l’olio sardo con la testa a Bergamo

Antonella vive in città da 25 anni e cura il marketing e l’immagine della premiata ditta sassarese condotta insieme ai fratelli. Etichette e confezioni vengono realizzate nella nostra provincia.

Le braccia in Sardegna, la “testa” a Bergamo. Così l’azienda agricola Fratelli Pinna, trenta ettari di centenari alberi di oliva “bosana” alle porte di Sassari, ha deciso di strutturarsi per farsi lungo in un mercato, quello dell’extravergine, davvero competitivo.

Al Prato Comunale, così si chiama la zona degli uliveti, lavorano i fratelli Gavino e Leonardo (affiancati dall’instancabile mamma, Maria Caterina), mentre a Bergamo – dove risiede da ormai 25 anni – coordina il marketing e l’immagine la sorella Antonella.

Una formula aziendale inedita che, forte di un olio pregiato ricavato da 5mila piante secolari di proprietà, ha garantito lo sviluppo e riconoscimenti, dalle Tre Olive di Slow Food al premio “Ercole Olivaro”.

Il prodotto top è l’extravergine “Antichi Uliveti del Prato”, di colore giallo oro intenso dalle note verdi. Ma per chi ama la delicatezza assoluta c’è il “Denocciolato di Bosana”, che possiede un’acidità più bassa e un contenuto di polifenoli quasi doppio rispetto a un olio tradizionale franto col nocciolo.

affari di gola fratelli pinna

Il merito di tutto? In primis va alla scelta monocultivar, la “bosana”, una varietà robusta che assicura già di suo un olio di livello. Se a ciò si affianca il ciclo produttivo accorto il gioco è fatto.

“Non a caso –  spiega Antonella – la nostra azienda cura a fondo la coltivazione, che ormai da anni conduciamo col sistema integrato, in modo naturale e razionale. Per noi è un fattore decisivo. Ad esempio, la raccolta avviene solo per brucatura e con l’ausilio, laddove consentito, di macchine scuotitrici.

La mollitura poi, parte nel giro di poche ore (3/4) dalla raccolta, per evitare al prodotto di subire qualsiasi alterazione. Una carta in più, quest’ultima, che possiamo giocare grazie al frantoio di proprietà, situato negli uliveti. Il sistema di estrazione avviene naturalmente a freddo, con ciclo continuo. E prima di essere imbottigliato – aggiunge Antonella – l’olio viene lasciato decantare in appositi contenitori di acciaio inossidabile in atmosfera azotata e successivamente travasato in altri contenitori per favorire la depurazione naturale, senza l’impiego, cioè, di sistemi meccanici”.

Alla fine la resa è di 16/20 litri/ql tale da assicurare una produzione di circa 200 quintali di extravergine l’anno.

“La svolta – spiega Antonella – è avvenuta nel ’99, quando contestualmente all’acquisto del frantoio, abbiamo deciso di imbottigliare l’olio che per anni avevamo ceduto ad altri produttori. Di lì è nata, a seguire, anche la necessità di dar corpo ad una struttura di vendita e diffusione del prodotto. È stato un lavoro complesso ma possiamo dirci soddisfatti: oggi i nostri extravergini si trovano, oltre che all’estero (Francia, Svizzera, Spagna in particolar modo) anche nei migliori ristoranti e gastronomie italiani, da Peck alla Rinascente, dall’Enoteca Pinchiorri di Eataly di Torino, tanto per citarne alcuni”. A Bergamo – dove sono state ideate e realizzate le etichette, nonché i contenitori in cartone e le cassette in legno pregiato – l’olio dei Fratelli Pinna di può trovare alle “Cantine D”, a Paladina. Qui, tra l’altro, sono disponibili anche i sott’oli che l’azienda sarda confeziona utilizzando il 20% dell’extravergine prodotto per le confezioni (carciofini, melanzane, asparagi, favette, peperoni, zucchine, pomodori) provengono in larghissima parte dai 140 ettari di proprietà a Ittiri. “Perché – come per l’olio – vogliamo che tutti i nostri prodotti siano garantiti per qualità, ma soprattutto per genuinità”.

Fonte: Affari di Gola